E’ uno dei massaggiatori più longevi del calcio a 5 pugliese, adesso però la sua mansione è ben più importante, quella di lavorare ed assistere i casi positivi di Covid-19 che versano in condizioni complicate.

Stiamo parlando di Gianni Sinigaglia, storico massaggiatore biscegliese, attualmente operativo come collaboratore professionale nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie, uno dei nosocomi pugliesi convertiti in ospedali Covid-19. Dopo dieci anni di lavoro all’ospedale San Paolo di Milano, Sinigaglia torna nella città dei Dolmen per lavorare nell’ospedale di Bisceglie nel 1993. Un anno dopo comincia la sua avventura da massaggiatore, “Ho cominciato questa passione/professione nel 1994 con il Bisceglie C5“, racconta Sinigaglia al portale Puglia5.it, “spinto da una grande passione sportiva derivante dal mio passato di calciatore dilettante”. Tanti anni nel club presieduto da Alfonso Russo e guidato da Leopoldo Capurso, per poi fare altre esperienze con NettunoFutsal Bisceglie ed ora Bisceglie Femminile.

Adesso però lo sport è andato in soffitta, c’è una missione più importante da compiere, “Lavorando in un reparto particolare sto vivendo una realtà molto riversa dalla solita”, racconta Sinigaglia. “I messaggi ricevuti dalle ragazze del Bisceglie Femminile e anche dalle altre che hanno fatto parte del club in passato, cosi come l’incitamento di parenti ed amici, mi spingono ad andare avanti e dare il massimo ogni giorno nella speranza di aiutare il maggior numero di pazienti a superare questo momento difficile e tornare a casa dai propri cari”.

La luce in fondo al tunnel non sembra essere ancora vicina, Sinigaglia rafforza il concetto facendo leva sul rispetto delle regole, “Quando le cose andranno meglio le nostre vite cambieranno inevitabilmente, adesso però bisogna rispettare alla lettera le indicazioni date dal Governo. Ci sarà modo e tempo per rivederci nei palazzetti e godere dello spettacolo di questa splendida disciplina”, chiosa, “ora dobbiamo rimanere a casa e tenere dura per vincere forse la partita più importante della nostra vita”.