Dimissioni in blocco, queste le decisioni prese dai dirigenti biscegliesi con cariche all’interno dell’organigramma del Bisceglie Calcio al termine della conferenza stampa tenutasi nel tardo pomeriggio di oggi.
In una sala gremita a prendere per primo la parola è stato il presidente onorario Pasquale Musci che di certo non ha fatto giri di parole: “C’è un silenzio stampa da parte della società, non ho mai condiviso questo perché significa sfuggire alle domande a cui rispondere. Questo gruppo ha voluto questa conferenza per dare conoscenza degli avvenimenti succeduti da luglio ad oggi. Dopo la retrocessione Canonico sembrava animato da desiderio di rivalsa, tanto da ottenere la riammissione in Serie C. Ricordo ancora la serata di presentazione della squadra”, continua Musci, “ed i quadri dirigenziali con biscegliesi inseriti. Io però Canonico lo vedo poco adattabile alla figura di presidente di una società di calcio professionistica. Per lui non c’è programmazione tra più persone, non rientra nella sua concezione di presidente di una società di capitali. Canonico non ha mai voluto un confronto nella gestione societaria, lo stesso nella mancata condivisione nelle scelte di mercato calciatori. Si sono presi calciatori a casaccio, senza una logica, senza un obiettivo. Una sera il presidente”, ricorda Pasquale Musci, “parlava di due calciatori stranieri in arrivo a Bisceglie, alla mia domanda sulla conoscenza degli atleti Canonico mi ha mostrato dei video sul cellulare, credo di aver detto tutto. Come imprenditore non metto in dubbio le sue doti, come presidente però lascia molto a desiderare. Dopo la sera della presentazione la città ha risposto alla grande con quasi mille abbonamenti, risposta dei dirigenti biscegliesi, degli sponsor, dell’amministrazione comunale che ha distolto fondi destinati ad altro per portare i correttivi allo stadio per disputare il campionato. Canonico è riuscito ad avere quello che chiedeva, ma poi lui non ha risposto con una squadra all’altezza delle aspettative. Venendo alle motivazioni delle sue dimissioni, lui si sente offeso, ma il tifoso il suo disappunto lo dimostra verso chi ha allestito la squadra in maniera esclusiva, quindi il presidente Canonico. Come apprezzi gli elogi quando vinci, devi accettare la contestazione quando le cose vanno male. Il desiderio di allontanarsi da questa società stava maturando da tempo”, dichiara il presidente onorario, “a me risulta che volesse liberarsi della società dalle primissime giornate di campionato. Canonico va via dopo aver incassato i soldi degli abbonamenti, delle sponsorizzazioni, quelli messi dalla dirigenza biscegliese. Per via di queste divergenze avute con questo presidente io non posso rimanere in questa società. Quindi rassegno le mio dimissioni, ma sono dimissioni attive nel senso che continuerò ad interessarmi del Bisceglie Calcio contattando imprenditori che siano disposti a collaborare con noi per far sì che la storia di questo club rimanga una cosa seria”.
“Oggi non parla il tifoso, ma il dirigente”, prende la parola il vice presidente Franco De Martino. “Essere stati presi in giro non mi va giù. Sono anche io imprenditore ed ho una mia dignità. A luglio affermai di non voler passare un altro anno di tribolazioni, invece ad oggi le cose non sono cambiate. Lui non vuole avere a che fare con i biscegliesi? Bene, io non voglio avere a che fare con Canonico” tuona De Martino. “Domenica ero in gradinata a vedere la partita ed ai tifosi che mi hanno chiesto di dare una mano ho risposto che non posso indebitarmi per far andare avanti la società, non ne ho le forze. Venendo alle cariche dirigenziali, sono state date da Canonico per una condivisione del progetto. I soldi li mette Canonico, nessuno nega questo, però c’è una parte biscegliese, importante, che rappresenta una città che ha seguito il progetto con abbonamenti, presenze allo stadio e riappacificazione anche con gli ultras. Chiedo scusa io a Canonico per le offese ricevute dalla piazza. Non abbiamo avuto risposta”, conclude il pensiero Franco De Martino, “vuol dire che noi non contiamo niente, che Canonico è il padrone della squadra, ma tutta Italia ride perché conosce la situazione della società. Alternative a Canonico si possono creare se ci sono spiragli dalla proprietà. Al momento non abbiamo nulla di concreto, inutile illudere la gente. La mia esperienza da dirigente finisce qui”.
A chiudere il pensiero della dirigenza biscegliese è Gianni Casella, direttore generale neroazzurro stellato, “Ringrazio i tifosi per aver dimostrato di avere un grande senso civico, comprensione e dignità dopo tre anni difficili. Veder buttato al vento i sacrifici fatti per un disegno ben preciso, porta offesa non solo al Bisceglie Calcio, ma soprattutto alla nostra città. Non capisco perché sia accaduto tutto questo, non riesco a capacitarmi. Siamo nel Bisceglie Calcio dal 2011 mettendoci la faccia ed altro nei momenti difficili, come quelli del 2015 ed anche quello successivo in cui si è vinto il campionato. Siamo volontari dell’amore verso questa maglia”, sottolinea Casella. “Canonico ha realizzato il sogno di questa città, ma non è stato da solo. Noi ci abbiamo creduto cosi come voi tifosi in questo progetto, ci abbiamo messo la faccia assumendoci responsabilità. Gestire una società professionistica necessita programmazione e questa non è avvenuta, avevamo chiesto condivisione anche nelle problematiche, non si può abbandonare la nave o cambiare le regole cammin facendo. Il nostro sforzo è proteso verso una società che ha oltre 100 anni di storia e che non può finire. Ripeto non abbiamo quote societarie”, ricorda Gianni Casella, “giuridicamente non abbiamo voce in capitolo. Le nostre dimissioni sono un prendere distanze da una gestione non consona verso i calciatori, la corretta gestione societaria e le entità sportive. Domani le dimissioni saranno sulla Pec della società Bisceglie Calcio e date alla Lega di Serie C. Stiamo cercando di interloquire con soggetti e capire bene con chi abbiamo a che fare perché di ‘squali’ ce ne sono tanti in giro. Vorrei capire anche cosa significhi autogestione. Gli stipendi chi li paga? Non sappiamo quale sarà il futuro del club, ma da soli non possiamo andare da nessuna parte. Valuteremo anche eventuali acquirenti”, conclude Casella, “con un tavolo di concerto aperto anche ai tifosi, cosi nel caso di nuovo abbandono le cose non si ripeteranno come questa volta”.