E’ un risultato storico, anche se dai risvolti agrodolci, quello che ha contraddistinto lo scorso weekend e scritto una pagina importante della Ginnastica Ritmica Iris. La compagine presieduta da Nico Di Liddo ha sfiorato un incredibile podio in occasione del Campionato Nazionale di serie C, tenutosi a Castellanza (VA).

L’Iris presentava ai nastri di partenza il quartetto che aveva stradominato l’Interregionale di C zona Sud, dello scorso 26 aprile a Giovinazzo, composto da Annapaola Cantatore, Elisa Clemente, Silvia Maffei e Anna Labianca. A completare la pattuglia di ginnaste, le riserve Sofia Di Lollo Capurso e Irene Carbonara.  

Le campionesse interregionali si presentavano ai campionati con il secondo miglior punteggio stagionale, dietro solo ai mostri sacri di Fabriano. Gara di qualificazione che ha avuto inizio al mattino di sabato 23 maggio, con ben 82 squadre presenti e divise in tre turni di lavoro. Le ginnaste allenate da Marisa Stufano ed Ania Plotkina ottengono un terzo posto che vale l’accesso alla finale e la concreta speranza di centrare il podio.    

Nel pomeriggio di domenica 24, spazio alle venti finaliste e l’Iris ultima a salire in pedana. La gara delle quattro splendide ginnaste pugliesi non basta per salire sul podio. L’Iris chiude così con il punteggio complessivo di 38,700. A laurearsi campionesse sono le ginnaste di Fabriano con il punteggio di 42,850, davanti a Raffaello Motto (39,000) e Ginnastica Virtus Gallarate (38,900). Il rammarico, ovviamente, è tanto in casa Iris, “Siamo orgogliosi delle nostre ginnaste – afferma Marisa Stufano – e di quanto fatto vedere in occasione di una Kermesse cosi importante. Il dispiacere di non aver centrato il podio per un’inezia c’è, inutile negarlo. Resta comunque un risultato storico per la nostra squadra e che migliora il quinto posto dello scorso anno, onorandoci inoltre di essere l’unica società del sud presente alla finale e a ridosso di tre squadre che militano in serie A1”. Risultati importanti quindi, che con la costanza e l’attitudine al lavoro non possono che aver solo rimandato al futuro prossimo i successi dell’Iris.