Aldo Papagni ha da poco compiuto sessant’anni, vivendone la maggior parte su un campo da calcio, da calciatore prima diventando bandiera del Bisceglie e da allenatore poi con ottimi risultati in squadre blasonate, ma soprattutto di un uomo stimato e ricordato in maniera positiva. Il tecnico biscegliese ha allenato nel 2016 la Cavese, nel campionato di serie D, e poi, per qualche mese, il Taranto, nel girone C di Lega Pro.

aldo-papagni

Aldo Papagni

“A Cava de’ Tirreni abbiamo conquistato dodici punti nelle prime quattro partite, portandoci momentaneamente al primo posto. A questo punto ci sono stati problemi di incompatibilità con la dirigenza che mi hanno portato alle dimissioni”. A maggio, invece, è arrivata la chiamata del Taranto, dove Papagni aveva già allenato nelle stagioni 2006/07 e 2013/14, lasciando sempre un ricordo dolcissimo. “Il 4 agosto” – continua il tecnico biscegliese – “è arrivata la notizia che avremmo disputato il campionato di Lega Pro e la piazza è esplosa di felicità. Questo ripescaggio è stata una sorta di compensazione dopo il beffardo secondo posto di tre stagioni fa (con il Matera primo che rimediò una penalizzazione dopo tredici mesi, ndr.) e io ho visto questo episodio come un vero e proprio segno del destino.
“L’avvio a Taranto è stato subito positivo, i tifosi ci sono sempre stati vicini, nonostante le evidenti difficoltà nell’allestire una squadra per un campionato di categoria superiore a poche settimane dall’inizio della stagione e un calendario che si presentava subito ostile. All’esordio abbiamo bloccato il Matera sull’1-1, in seguito abbiamo vinto in casa del Cosenza, conquistando in totale 9 punti nelle prime 7 partite. Poi è arrivata la sconfitta di Catanzaro, con tante assenze importanti come quelle di Viola e Stendardo, e il conseguente esonero. Per me è stata una vera e propria batosta e ancora oggi non riesco a comprendere le ragioni di questa decisione. L’obiettivo iniziale della salvezza era ampiamente alla nostra portata e se ci fosse stato più tempo per crescere sia fisicamente che tecnicamente, avremmo anche potuto giocarci le nostre chance per entrare nei play-off (da quest’anno allungati a dieci squadre)”. 
Archiviato dunque il 2016, per l’ex allenatore della Fidelis Andria è tempo di pensare al presente e al futuro: “Fino a giugno, a causa di una regola della FIGC che vieta ai tecnici esonerati di sedere su un’altra panchina nel corso della stessa stagione, dovrò stare fermo. Sto sfruttando questi mesi per aggiornarmi e per vedere da vicino gli allenamenti di alcuni miei colleghi”. 

Impossibile, nel corso della lunga chiacchierata, non fare riferimento all’eccellente campionato che sta disputando il Bisceglie Calcio di mister Ragno, assente dai campionati professionistici dal lontano 1997/98, con lo stesso Aldo Papagni allenatore: “Sono convinto che il Bisceglie potrà giocarsi il primo posto nel girone fino alla fine e ovviamente faccio il tifo per i neroazzurro stellati. Sono stato vicino a tornare sulla panchina biscegliese tre anni fa, ma alla fine saltò tutto per questioni contrattuali. Spero un giorno di poter tornare su quella panchina che mi ha dato tanto, ma non so quando e se questo accadrà”. 

Chiosa finale su un argomento molto delicato come quello dei settori giovanili: “Trent’anni fa c’era molta più attenzione verso i settori giovanili ed era più semplice che sbocciassero anche in prima squadra dei talenti. Questa crisi, comunque, è un insieme di più fattori: in primis bisognerebbe fare più attenzione capendo a chi si affida il compito di forgiare questi giovani calciatori. Paradossalmente è più importante investire sui tecnici del settore giovanile che su quelli della prima squadra. Poi, indubbiamente, c’è un problema strutturale: mancano infatti quelle strutture che permettono ai giovani di allenarsi al meglio delle proprie possibilità. Infine c’è un problema dirigenziale: spesso si bada troppo ai risultati, dando troppa poca importanza alla crescita dei giovani. Con una seria programmazione si potrebbe benissimo emulare quello che in questi anni è accaduto a Carpi, Frosinone e Cittadella.”
Aldo Papagni è dunque pronto, prontissimo a ripartire. Uomini di calcio come lui non sono abituati a stare fermi troppo a lungo. Quando tornerà in panchina, ne siamo certi, tutta questa voglia si trasformerà in grinta.