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Lo scorso 5 dicembre Bisceglie24 si è occupato del “caso don Salvino“, vale a dire dell’allontanamento di circa un mese di don Salvatore Porcelli della chiesa di san Michele dei Cappuccini dalla comunità parrocchiale. Tale distacco dalla realtà socio-culturale ed ecclesiastica retta per venticinque anni dal parroco suscitò sgomento risaputa la bontà dell’operato di don Salvino. Abbiamo contattato l’ufficio diocesano comunicazioni sociali per conoscere le motivazioni di tale allontanamento e
Ha dell’insolito la vicenda legata a don Salvatore Porcelli, conosciuto dalla comunità biscegliese come don Salvino, che da oltre un mese non partecipa alle attività liturgiche e associazionistiche all’interno della chiesa di san Michele dei Cappuccini (la struttura è anche sede di diverse iniziative socio-culturali, medico-scientifiche, di solidarietà) con il disappunto della folta comunità che segue don Salvino anche da altre parrocchie e quartieri della città. Bocche cucite da parte dell’interessato, dei
Arrivano, seppur molto lentamente e ancor non del tutto assodate, le prime buone notizie per i coniugi Pasquadibisceglie. Dapprima sfrattati e dunque costretti a dormire in macchina per cinque notti, poi accolti nella struttura Cappuccini onlus da don Salvatore Porcelli con un primo finanziamento pubblico (novecento euro per dieci notti) da parte dell’Amministrazione Comunale e poi privato (da parte di Alfonso Russo, assessore ai servizi sociali 2006-2011), Emanuela e Gianpiero
Dieci notti presso la struttura “Cappuccini onlus” diretta da don Salvatore Porcelli (don Salvino) finanziate dall’Amministrazione Comunale (impegno profuso soprattuto dal sindaco Francesco Spina e dall’assessore Vittoria Sasso), altre dieci dall’ex assessore ai servizi sociali Alfonso Russo e, fino a fine anno, altre notti possono essere trascorse serenamente sotto un tetto sicuro grazie alla generosità dello stesso don Salvino. Questo ci hanno raccontato Emanuela e Gianpiero Pasquadibisceglie, i coniugi che
«L’Amministrazione si è sforzata… ha garantito per dieci giorni un tetto ai due coniugi, ma è una vergogna. Mi impegno a offrire pubblicamente un’altra settimana ai coniugi. Non avrei voluto pubblicizzare il mio nome ma lo faccio per spronare altra gente a compiere un atto di bontà rinunziando magari a qualche cena o regalo». Alfonso Russo, già assessore ai Servizi Sociali durante la prima Amministrazione Spina, affida al suo personale
Bisceglie24 ha raccontato lo scorso 22 novembre la storia, delicatissima e complicata, dei coniugi Pasquadibisceglie, Giampiero ed Emanuela, 38 anni lui, 33 anni lei. Un anno senza lavoro e, puntuale, arriva lo sfratto. Decisione estrema: dormire in macchina avendo prima la premura di dare una sistemazione notturna ai due figli, 15 anni la ragazza, 10 il maschietto. Cinque notti in macchina, due presso una stanza del PalaDolmen e, dalla notte