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“Per l’oasi protetta non è concepibile l’adozione di soluzioni tampone, come il prolungamento delle condotte, ma è opportuno l’utilizzo delle migliori tecnologie e di un impianto di affinamento delle acque reflue, discorso valido per tutto il territorio pugliese, come a Bisceglie e Manduria”. Lo ha dichiarato il vicepresidente del consiglio regionale pugliese, Nino Marmo (Fi), che oggi ha ricevuto, insieme con il presidente dell’assemblea regionale, Onofrio Introna, e ai capigruppo,
Chiedere di cancellare progetti insensati di scarico inquinante delle acque reflue non depurate a favore della soluzione alternativa di riutilizzo delle acque depurate in agricoltura, ribadendo il forte “No” alla condotta sotomarina di Torre Calderina. Verte su questo la petizione dagli attivisti del Movimento 5 Stelle di Bisceglie, che domenica 21 settembre si incontrano e discutono presso un gazebo allestito in piazza Vittorio Emanuele (fronte bar Jolly) dalle 18.30 alle
#UnodiNoi è l’hashtag che ha accompagnato, dallo scorso Luglio, il lancio di “un cittadino attivista in Parlamento”. L’iniziativa promossa dal deputato M5s Giuseppe D’Ambrosio ha fatto si che un’attivista pentastellato pugliese della provincia BAT fosse scelto per diventare collaboratore parlamentare a Montecitorio. La scelta degli attivisti della sesta provincia è ricaduta sulla biscegliese Titti Mastrapasqua, da sempre esponente del movimento grillino della città del dolmen. Sul comunicato ufficiale della locale
I sei parlamentari pugliesi del M5S hanno messo nero su bianco il loro dissenso nei confronti della realizzazione di una condotta sottomarina per lo scarico dei reflui nell’Area Protetta “Torre Calderina”. Con una lettera indirizzata alla Regione Puglia, alle province di Bari e Barletta – Andria – Trani, all’autorità idrica pugliese ed a tutti i sindaci dei comuni interessati al progetto (Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Corato), i deputati