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Giornata delle vittime delle mafie, in migliaia in piazza / FOTO

Migliaia di ragazzi biscegliesi sono scesi in piazza per la Giornata della Memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti delle mafie, evento organizzato dalle scuole biscegliesi, dal Presidio Libera “Sergio Cosmai” con il patrocinio del Comune di Bisceglie. Il corteo è partito di prima mattina dall’Istituto dedicato proprio a “Sergio Cosmai”, biscegliese ucciso nel 1985 dalla ‘ndrangheta per non aver concesso privilegi ai mafiosi detenuti nel carcere di cui

“Dalla memoria all’impegno. Il ricordo di Sergio Cosmai” alla scuola Battisti-Ferraris

Parole che lasciano un segno e una testimonianza così piena di significato che ancora oggi continua a far rumore nella coscienza di tutti, è quella del professoressa Tiziana Cosmai, vedova di Sergio Cosmai, il direttore del carcere di Cosenza ucciso il 12 marzo 1985, che ha incontrato il silenzio dei i ragazzi e le ragazze attenti e partecipi della scuola media “Battisti- Ferraris” di Bisceglie. L’incontro, dal tema “Dalla memoria

Lo Stato conferisce la medaglia d’oro al merito civile a Sergio Cosmai / VIDEO

La medaglia d’oro al Merito Civile alla Memoria è stata conferita dallo Stato italiano a Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza assassinato dalla ‘ndrangheta il 12 marzo del 1985. “Direttore della Casa Circondariale, pur consapevole del grave rischio personale, attivava una ferma azione di contrasto nei confronti delle feroci cosche ‘ndranghetiste locali, volta al ripristino e al mantenimento della disciplina e della legalità dell’istituto penitenziario”, si legge nella motivazione.

Corteo scuole cittadine in ricordo di Sergio Cosmai: “Non una ricorrenza, ma un sogno di legalità” / FOTO

Trentadue anni fa, il 12 marzo 1985, veniva assassinato dalla ‘ndrangheta Sergio Cosmai, direttore del carcere di Cosenza e strenuo difensore di principi per i quali si è battuto con determinazione, convinzione, fermezza. Principi, però, che non coincidevano affatto con la torbida realtà quotidiana del carcere calabrese all’interno del quale era marcata l’impronta della criminalità organizzata e delle sue brutali nefandezze. Il dott. Sergio Cosmai, giovane direttore trentaseienne, voleva semplicemente